Retignano

Altezza: 436 m s.l.m. Abitanti: 372 (censimento 2001) Chiesa: San Pietro Apostolo Patrono: San Pietro Apostolo (29 giugno) Eventi e Tradizioni: Processione Gesù Morto (ogni tre anni, prossima edizione 2026), Sagra

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Descrizione

POSIZIONE GEOGRAFICA

Collocato ai piedi del Monte Alto, Retignano è il primo borgo che s’incontra risalendo la via che conduce ad Arni. Il paese gode di un clima mite grazie all'apertura sul mare, anche se d'inverno non mancano le nevicate, e grazie alla sua posizione è possibile scorgere la valle dello Stazzemese quasi al completo. Si possono vedere i rilievi del monte Pania, Corchia, Matanna, Nona, Procinto, Lieto, Cavallo e tutte le montagne attigue. Fanno parte di questa frazione le località Al Casino, Alla Croce, Borgo Allegro, Borgo Soprano, Caldaia, Castello, Canovaia, Chiasso, Colle, Collensù, Corte, Fonte, Incontro, Lama, Acquafilante, Pianatella, Pollaccia, Rossola, Sanatoio e Valli.

STORIA

L'origine del toponimo Retignano potrebbe dipendere da un fondo detto Retiniano, derivante dal nome gentilizio latino Retinius. Già sede di un villaggio ligure-apuano formato da casupole, circondato da campi coltivati in comunione con Terrinca e Levigliani, con una piccola necropoli situata a breve distanza, il toponimo è citato per la prima volta in un documento del 31 agosto 855, depositato nell'archivio arcivescovile di Lucca. Sottoposto al versamento di rendite a favore della Pieve dei santi Felicita e Giovanni di Valdicastello, nell'anno 932 il borgo, chiamato Ratignano, con la sua cappella fu donato dal re longobardo Lotario alla cattedrale di Lucca. Secondo Amilcare Verona il primo nucleo abitato era quello costituito dai borghi Caldaia e Corte. In quest'ultimo venne insediato il Comunello, autonomo verso la fine del 1100. Il Barbacciani Fedeli, sostenendo che il paese fosse in antico munito di una rocca situata alla sommità del monte, afferma che la località marcava il confine tra le diocesi di Luni e Lucca. Il territorio del comunello si estendeva fino a Fornetto, Ruosina, Argentiera e Gallena. Secondo Guido da Vallecchia, nei suoi Libri Memoriales del 1264, nel borgo, già di proprietà dei Nobili di Versilia, si coltivavano grano, orzo, miglio e castagne. Nello statuto della Repubblica di Lucca del 1308 era stabilito che Retignano dovesse offrire, nel giorno di Santa Croce, un cero di quattro libbre, segno che, rispetto ad altre comunità, il paese era considerato di valore medio-basso nell'economia dei paesi dell'Alta Versilia. Nel 1401 a Retignano erano attivi 5 muratori e 5 tessitrici.

Nel 1532 era attiva una fabbrica di ferro verso il Canale del Vezza. Nel 1535 in paese erano attivi 2 muratori, 2 bottai e un mugnaio. Passato nel frattempo sotto Firenze, il 17 settembre 1550 il nuovo statuto del Comunello, quando gli abitanti erano 213, venne approvato dal governo Granducale. Nel 1558 alcuni uomini di Retignano, inseme a quelli di Ruosina e Gallena, chiesero di passare sotto il comune di Pietrasanta, ma dovettero rinunciarvi in seguito a ripensamenti dovuti al consiglio del comunello, quasi certo di non ottenere il beneplacito del Granduca. Nel 1568 Matteo Inghirami, procuratore delle miniere del Granduca, fece abbattere alcuni edifici, già utilizzati da un mulino e da un batticanape, per costruire una ferriera. Agli inizi del Seicento, sopra la chiesa in località Al Casino, si trovava un posto di guardia, un fabbricato posto in posizione sopraelevata per controllare le strade e comunicare tempestivamente l'arrivo di bande nemiche. Dopo liti di confine con Farnocchia, tra il 1603 e il 1632, per ordine della granduchessa Maria Cristina, anche questo Comunello contribuì al mantenimento dei ponti lungo il fiume Versilia. Il già citato Verona scrisse a proposito della Retignano del Seicento: “Questo paese conobbe dei periodi di prosperità derivata dalla ricchezza dei suoi boschi, dall'abbondanza delle acque, dalle fiorenti miniere dell'argento e del ferro, nonché da un copioso allevamento, in particolare ovini e bovini, affiancato da un'intensa attività agricola”. Nel 1712 il consiglio dei rappresentanti del popolo era composto da 50 persone, quando in paese erano attivi 4 muratori, 6 telai, un molino, una lucidatrice e una segheria ad acqua e si era sviluppata una buona produzione del baco da seta, dato che i bozzoli erano considerati i migliori della Versilia. In quell'anno Retignano era composto da 94 case con 436 abitanti, pari a 88 famiglie: tra le sue rendite principali troviamo, per l'appunto, 1530 libbre derivanti dall'allevamento dei bozzoli. Nel 1750 il paese si componeva di 42 famiglie, 46 case e 212 abitanti. Alla fine del Settecento nella comunità erano attivi 6 telai, 4 muratori, un molino, un batticanapa e alcune segherie ad acqua per i marmi.

Verso il 1820 l'inglese James Beresford e il suo socio Gybrin trovarono nella cava della Canaletta marmo mischio, turchino, bardiglio fiorito, e lo spedirono subito via mare in Gran Bretagna. Nel 1821 i due presero in affitto da Francesco Guglielmi, per nove anni con il canone di 6000 scudi, una cava, dalla quale spedirono marmo in Inghilterra. Gli abitanti di Retignano furono particolarmente attivi nel contribuire alla ripresa dell'industria marmifera in Versilia, impegnandosi nelle cave di Montalto, Gabro, Ajola, Gordigi e Messette. Nel 1845 i retignanesi si opposero all'imprenditore inglese William Walton, in quanto i suoi traffici marmiferi danneggiavano i loro terreni destinati a pascolo o legnatico. Al tempo dell'unità d'Italia, nel 1861, gli abitanti del paese erano impegnati in buona parte nelle escavazioni, causa dell' abbandono della metà della coltivazione dei castagneti. Tale impegno è stato portato avanti anche per buona parte del Novecento, finché non è iniziato un graduale spopolamento del centro abitato, tipico di tutti i borghi dell'Alta Versilia. Nonostante ciò Retignano resta attualmente uno dei paesi più popolosi e vitali del comune di Stazzema: infatti sono attivi un circolo ricreativo, una squadra di calcio dilettantistico, due ristoranti/pizzeria e un agriturismo.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

  • VV., Abitare la memoria. Turismo in Alta Versilia, Lucca, Comunità Montana, 2007.
  • Giannelli, Giorgio Almanacco Versiliese, Edizioni Versilia Oggi, 2001, voll. 1, 3 e 4 (vedi voci “Chiese e oratori”, “Retignano”, “San Pietro Apostolo di Retignano”)

Modalità di accesso

In macchina e a piedi

Indirizzo

Retignano

Ultimo aggiornamento: 16/08/2023, 10:26

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