STAZZEMA. La derivazione è aereonautica: sul davanti è stata montata una telecamera di ultima generazione mentre sulla parte posteriore un dispositivo elettronico (con una batteria) che funziona come fosse un cellulare. Il caschetto Rec Visio studiato e progettato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa per il tele-soccorso in emergenza è stato consegnato ieri alla Pubblica assistenza di Pontestazzemese. Da oggi potrà già essere utilizzato dagli operatori dell’ambulanza che parte dal distretto di Stazzema. Per ogni chiamata di soccorso, in concerto con la centrale del 118, verrà deciso quando sarà opportuno l’uso di questa tecnologia, con la quale il medico di servizio della Centrale Operativa 118 presso l’ospedale Versilia potrà assistere in tempo reale all’intervento dei soccorritori dando le opportune indicazioni. Questa novità rientra nel progetto Proximity Care, progetto finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, realizzato dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa in collaborazione con Asl Toscana Nord Ovest, Fondazione Monasterio, Regione Toscana, i comuni delle aree interne di Alta Versilia e Valle del Serchio e gli enti di terzo settore del territorio.
A consegnare il caschetto “RecVisio118” sono stati il professore Pietro Castoldi e la ricercatrice Anna Lina Ruscelli del Centro interdisciplinare Health Science della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Presenti il vice sindaco di Stazzema Alessandro Pelagatti, la presidente della Pubblica Assistenza di Stazzema Elisabetta Belloni, la responsabile del 118 dell’ospedale Versilia Giuseppina Dal Pino, e la coordinatrice degli infermieri del Versilia Silvia Papini. Come ha spiegato il professor Castoldi, il caschetto sfrutta la tecnologia di rete mobile del cellulare: ha infatti installata una scheda sim per la tecnologia 4G. Il casco si accende con un pulsante che dà in automatico avvio alla video-chiamata alla centrale del 118, così l’’operatore può soccorrere avendo le mani libere. Il medico, da un monitor pc dalla centrale del 118 del Versilia può assistere e parlare con il soccorritore (in cuffia) in tempo reale, fornendo indicazioni dettagliate. Il caschetto ha una autonomia di circa 2 ore e quindi può essere utilizzato per tutto l’arco di una giornata (considerando che viene acceso soltanto per negli interventi in cui è richiesto l’uso). A fornire il caschetto sul quale la Scuola Sant’Anna di Pisa ha poi lavorato ed eseguito le modifiche è stata la società NVolo di Capannori. Come è stato spiegato ieri, alla pubblica assistenza di Stazzema davanti ai volontari e agli operatori del distretto Asl, l’obiettivo di questa tecnologia per il tele soccorso, è quello di sopperire i tempi di percorrenza delle ambulanze nelle zone di montagna, lassi di tempo che sono impattanti sull’esito delle operazioni di soccorso e sulla prognosi della persona assistita.
Il caschetto, con telecamera e torcia, è da considerarsi tuttavia ancora un prototipo: i ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa accolgono infatti le indicazioni dei soccorritori coinvolti nella sperimentazione per modificare e migliorare questo strumento e renderlo così più funzionale. Il gruppo di ricerca sta già lavorando al possibile utilizzo di algoritmi di assistenza artificiale per individuare a distanza, tramite il collegamento video del caschetto, sintomi riconducibili a patologie tempo dipendenti, come l’ictus.
«Ringraziamo la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca che hanno permesso la realizzazione di questo progetto – commenta il vicesindaco Alessandro Pelagatti -, un potenziamento tecnologico che ci proietta nel futuro e avvicina la sanità al nostro territorio. Siamo felici che sia stato fornito in dotazione il casco alla Pubblica assistenza di Stazzema, uno strumento che aiuterà sicuramente i soccorritori nei loro interventi di emergenza permettendo la visione delle operazioni da parte di un medico che potrà dare indicazioni puntuali e precisi in tempo reale. Non si sostituisce certo alla presenza fisica di un medico ma faciliterà alcune procedure come ad esempio l’invio dell’elisoccorso Pegaso, migliorando la gestione del soccorso e dell’emergenza nei confronti dei nostri cittadini».