Descrizione
POSIZIONE GEOGRAFICA
Stazzema è situata in una posizione strategica dalla quale si può dominare tutta la vallata delle Mulina, con la visione dei paesi di Pomezzana e Farnocchia e con lo sfondo del monte Forato, del Procinto col Nona, il monte Corchia e la Pania della Croce che domina il paesaggio.
STORIA
Il toponimo Stazzema è citato per la prima volta in un documento del 31 agosto 855 deposto nell'archivio arcivescovile di Lucca e successivamente in un documento del 886, in cui compare il toponimo Statime. In altre carte successive si legge Stashema, Stassema, Stathiema (pronuncia Staziema) e anche Statio Hiemalis, abbreviato in Stathiemalis e quindi Stathiema, con il significato di vera e propria stazione-alloggio. Inoltre secondo alcuni documenti altomedievali il toponimo Statiema, formato dal vocabolo Statio e dal suffisso ligure Ema, assume il significato di “luogo di sosta e di ricovero”, dato il clima temperato e secco. In altri documenti del 995 e del 1018 si fa cenno ai toponimi Statieme e Stantieme.
Stazzema resta infeudata ai Nobili di Versilia, o di Corvaia e Vallecchia, e così nell'anno 991 il Vescovo di Lucca deve concedere loro la metà delle rendite che la Pieve di Santa Felicita in Valdicastello e lo stesso Vescovo traevano annualmente anche dagli abitanti di Stazzema. Le rendite consistevano in vino, olio, bestiame e 24 danari d'argento da consegnare una volta all'anno nel mese di maggio. Tra il X° e l'XI° secolo si ha la presenza a Stazzema dei maestri comacini, il cui nome significa “cum machina” (lavoranti su impalcature), provenienti da Como, autori delle figure antropo-zoomorfe della facciata della Pieve di Santa Maria Assunta. Nell'anno 1000 sono attive le antiche miniere di ferro e d'argento del Bottino. Nel 1202 i lucchesi, acerrimi nemici dei Nobili di Versilia a causa della loro alleanza con Pisa, mettono a ferro e fuoco Stazzema e i villaggi di Pomezzana e Farnocchia. L'incendio si ripete nel 1208. Il pericolo costituito dalle incursioni lucchesi porta nel 1210 alla firma di un patto difensivo. Nello stesso atto si parla di un castello di Stazzema. L'edificio sorgeva dove ora è la canonica della Pieve ed fu sede di un'amministrazione speciale dipendente dalla Vicaria di Pietrasanta. Lì erano stati collocati dieci uffici: quello dei quattro sindaci della vicaria; dei rappresentanti della comunità di Stazzema e dei comunelli delle Mulina, di Farnocchia, di Pomezzana e di Levigliani; quello dei rappresentanti delle strade dello stesso comunello di Levigliani e dei comunelli di Retignano, Ruosina, Gallena, Terrinca, Pruno e Volegno, Cardoso e Malinventri.
Per mantenere il controllo di un potere così vasto, gli antichi feudatari si dovettero dichiarare deferenti alle autorità lucchesi. Questa cosa durò fino al 1225, quando proprio a Stazzema, si dettero convegno nella chiesa di S. Maria, i Nobili per stipulare un nuovo patto di alleanza con la repubblica di Pisa e con la Garfagnana, in sodalizio con i comunelli di Pomezzana, Farnocchia, Terrinca e Levigliani. Tutti uniti contro Lucca in quella che sarà chiamata Lega di Stazzema. Dopo scontri e guerriglia protrattisi fino al 1242, Lucca condusse il suo affondo nel 1255 quando Guiscardo prima distrusse e poi ricostruì la rocca accanto alla chiesa. Nel 1272, i Nobili di Versilia e di Garfagnana vennero banditi “in perpetuo” dal territorio, Stazzema compresa. La dominazione lucchese durò in fasi alterne fino a quando rientrarono gli antichi Nobili protetti da Pisa, la cui permanenza nelle istituzioni si prolungò al 1369. Che l'avversione degli stazzemesi nei confronti di Lucca non fosse stata perdonata, lo si constatò nel 1427 con la distruzione della roccaforte da parte dei lucchesi. Nel 1484 Stazzema si liberò dei lucchesi con l'arrivo dei genovesi. Pacifico fu poi il passaggio al governo fiorentino dal quale ottenne “favorevoli capitolazioni”, fin quando Piero dei Medici, fidandosi della parola del re francese Carlo VIII gli cedette provvisoriamente il territorio al fine di permettergli il passaggio verso Napoli. Il terreno non venne restituito ai fiorentini bensì venne venduto ai lucchesi. Il ritorno al dominio fiorentino e la liberazione dalle pretese lucchesi fu sancito nel 1513 con il lodo di papa Leone X, il paese passò a far parte del capitanato di Pietrasanta.
Il benessere del paese fu stroncato dalla peste del 1523, al punto che l'anno dopo l'epidemia costrinse la gente a fuggire dalle proprie case preferendo vivere nelle piane all'aperto, nei boschi e, in caso di maltempo, nelle grotte vicine. Scomparsa la peste nel 1525 si festeggiarono i santi Rocco e Sebastiano, ricostruendo in marmo il vecchio oratorio di legno, dedicato a S. Giovanni Battista. Nel 1574 venne eretta la Casa di Compagnia, chiamata anche Casa della Pieve. Nel 1586 venne erogato un consistente contributo al fine di provvedere agli impegni assunti dall'Opera della Pieve. Il 5 luglio 1939, per iniziativa del proposto, la Casa di Compagnia di Stazzema venne trasformata in sala cinematografica. Nell'estate del 1944 Stazzema fupresa d'assalto dagli sfollati della Versilia e di alcune città vicine, nella speranza di salvarsi dagli ordini del comando d'occupazione tedesco volti ad allontanare la popolazione dai lavori di preparazione difensiva lungo la Linea Gotica e dai bombardamenti alleati. Nel 1970, per iniziativa del ministro socialista dei lavori pubblici Giovanni Pieraccini sollecitato dal giornalista parlamentare Giorgio Giannelli, il presidente della Repubblica Giuseppe Saragat concesse la medaglia d'oro al valore militare.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
- Giannelli, Giorgio Almanacco Versiliese, Edizioni Versilia Oggi, 2008-2010, voll. 3-4 (vedi voci “Madonna del Piastraio”, “Pieve di Santa Maria Assunta di Stazzema” e “Stazzema”)
- Gierut Lodovico (a cura di), Monumenti e Lapidi in Versilia in memoria dei Caduti di tutte le guerre, Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi in guerra – Comitato provinciale di Lucca, 2001.